Le MICORRIZE sono strutture costituite dall’unione simbiotica tra funghi del terreno e radici non lignificate delle piante.
La scoperta delle Micorrize e della loro interazione benefica con le radici delle piante coltivate risale alla metà del 1800 ma, solo in questi ultimi anni, con il graduale risveglio di una coscienza agricola orientata verso un’agricoltura eco-compatibile, sta crescendo l’attenzione nei confronti di questa simbiosi funghi-microrganismi-pianta e del suo utilizzo.
Gli interessi economici per la produzione e l’utilizzo di fertilizzanti chimici ha fatto sì che per lungo tempo ci si dimenticasse dell’importanza rivestita dai microrganismi del terreno nelle produzioni agrarie.
Il ritorno ad un’agricoltura organica ne ha fatto riscoprire l’importanza ed ha spinto alcune aziende a finanziare la ricerca in tale direzione.
Classificazione delle micorrize
Le Micorizze si suddividono in due grandi gruppi: ECTOMICORRIZE ed ENDOMICORRIZE.
Le Ectomicorrize sono in grado di colonizzare poche specie di piante, quasi tutte essenze forestali (conifere e latifoglie) ma rivestono poca importanza per le colture agrarie. Sono così definite perché non penetrano all’interno dei
tessuti ma formano uno spesso strato di micelio (mantello) attorno alle radici. Sono circa 5000 le specie di ectomicorrize conosciute. Generano spore come forma di sopravvivenza e diffusione, le quali sono trasportate dal vento, animali o dall’azione dell’uomo. I tartufi sono l’espressione più conosciuta di questa simbiosi micorrizica.
Le Endomicorrize sono le uniche delle quali tratteremo qui di seguito per il loro interesse diretto e specifico sulle colture agrarie. Sono simbionti obbligati. A differenza delle prime, penetrano all’interno dei tessuti e delle cellule dell’ospite ma non formano un mantello fungino esterno. S’insediano sulla parte corticale della radice penetrandone le cellule e riempiendone gli spazi intercellulari senza però invadere mai il cilindro centrale. All’interno delle cellule possono formare delle strutture ovoidali dette vescicole e delle strutture ramificate dette arbuscoli. Esternamente il micelio può espandersi attorno alla radice fino a qualche centimetro.
Le specie conosciute sono circa 150 e sono in grado di colonizzare circa il 95% delle specie vegetali. Colonizzano gran parte delle specie di interesse agrario e forestale: piante erbacee, da frutto, latifoglie e conifere, quasi tutte le specie orticole (ad eccezione delle famiglie delle Crucifere come il Cavolo, il Cavolfiore, ecc. e delle Chenopodiacee come lo Spinacio) e tutte le specie di colture estensive (mais, soia, ecc.) ad esclusione della Barbabietola.
Le Endomicorrize possono essere suddivise in cinque sottogruppi. Nel tipo più comune (le Micorrize vescicoloarbuscolari dette anche VAM) il fungo, che cresce nel terreno, penetra nelle cellule radicali dove forma strutture ramificate (arbuscoli).
E’ negli arbuscoli che avvengono gli scambi nutrizionali: il fungo assorbe gli elementi nutritivi dal terreno , in particolare il fosforo, il potassio ed alcuni microelementi, e li cede alla pianta per riceverne in cambio linfa elaborata.
La formazione di micorrize conferisce alla pianta una maggiore capacità di assorbimento dell’acqua e la protezione dall’attacco di alcuni patogeni radicali. La somma di questi effetti garantisce una crescita migliore nelle piante micorrizate.
Queste micorrize sono in grado di riprodursi solamente quando entrano in simbiosi con le piante.